Quantcast
Channel: Scuola in gita » Letteratura
Viewing all articles
Browse latest Browse all 4

Giovanni Pascoli – Giosuè Carducci

$
0
0

Giovanni Pascoli

PASCOLI: LA VITA

Giovanni Antonio Pascoli (San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855  – Bologna, 6 aprile 1912) è stato un poeta  italiano, una figura della letteratura italiana  di fine Ottocento.
Pascoli, insieme a D’Annunzio, rappresenta, malgrado la sua matrice positivistica (ravvisabile nell’ossessiva precisione della nomeclatura botanica e ornitologica nei suoi versi), il maggior poeta decadente italiano. Dai principi letterari del poeta, esposti nel suo Fanciullino (1897), emerge una concezione essenzialmente socialista della società, un socialismo umanitario e utopico che misconosce ogni lotta di classe affidando alla poesia la missione di diffondere amore e fratellanza. Coerentemente al suo pensiero decadente, Pascoli manifesta tendenze spiritualistiche e idealistiche, tipiche della cultura di fine secolo segnata dal progressivo esaurirsi del positivismo. Gli stessi lutti familiari avranno modo di influenzare pesantemente, fino all’ossessione, il pensiero dell’autore: il matrimonio della sorella Ida nel 1895 verrà considerato un gesto di tradimento che lo porterà a serie reazioni depressive e patologiche.

L’ITINERARIO

Casa PascoliLa casa natale del celebre poeta Giovanni Pascoli, situata al centro del paese (San Mauro Pascoli), dal 1924 è divenuta Museo Nazionale.
Il complesso comprende il giardino, la chiesetta della Madonna dell’Acqua e altri due edifici: un asilo infantile e un ricovero per anziani, ora dismesso, costruiti negli anni Venti, secondo la volontà espressa in vita dal poeta. Nei locali della casa si svolgono mostre periodiche e, nel giardino, durante l’estate, letture di poesie.
Villa Torlonia fu residenza al centro dei possedimenti dei Torlonia, che furono amministrati dal padre di Giovanni.

LE OPERE

1891 – Myricae (I edizione della fondamentale raccolta di versi)
1896 – Iugurtha (poemetto latino)
1897 – Il fanciullino (scritto pubblicato sulla rivista Il Marzocco)
1897 – Poemetti
1898 – Minerva oscura (studi danteschi)
1903 – Canti di Castelvecchio (dedicati alla madre)
– Myricae (edizione definitiva)
– Miei scritti di varia umanità
1904 – Primi poemetti
– Poemi conviviali
1906 – Odi e Inni
– Canti di Castelvecchio (edizione definitiva)
– Pensieri e discorsi
1909 – Nuovi poemetti
– Canzoni di re Enzio
1911 – Poemi italici
– Poemi del Risorgimento
– Carmina
– La grande proletaria si è mossa
1912 – Poesie varie (a cura della sorella Maria; ediz. accresciuta 1914)

Giosuè Carducci

CARDUCCI: LA VITA

Tutta consacrata allo studio e all’insegnamento, l’esistenza terrena di Carducci conosce periodi di depressione e di sconforto.
Giosuè Carducci nasce il 27 luglio 1835 a Valdicastello, in Toscana. Il padre è un medico dal carattere impetuoso, costretto a cambiare più volte residenza soprattutto a causa delle sue idee politiche liberali., la mamma è una donna di grande equilibrio e dignità.
L’infanzia di Carducci si svolge principalmente in Maremma, nella campagna di Bolgheri. Da subito, Giosuè manifesta una spiccata propensione per gli studi, in questo incoraggiato dal padre. Nel 1855 si laurea in Lettere e Filosofia alla Normale di Pisa. Nel 1857 lo colpisce il primo significativo lutto familiare: il fratello Dante, che conduceva una vita oziosa, si suicida; nel 1858 gli muore il padre; nel 1859 sposa Elvira Menicucci, conosciuta quando Giosue era ancora quattordicenne.
Nel 1860, in seguito alla rinuncia di Giovanni Prati, ottiene la cattedra di Italiano all’Università di Bologna. Insegna con impegno e brillantezza.
Nel 1870 lo colpiscono altri due lutti: muore l’amata madre e il figlioletto Dante, di tre anni, cui il poeta dedica la lirica Pianto antico.
Nel 1871 imbastisce una tempestosa relazione amorosa con Carolina Cristofori Piva, non nascondendo l’infatuazione nemmeno ai familiari. Il 1876 lo vede deputato di fresca nomina.
In seguito conoscerà l’amicizia di Annie Vivanti, una giovane poetessa, che gli rallegrerà e vivacizzerà la vita.
Nel 1885 una paralisi gli colpisce l’emisoma destro. Soffre anche di vertigini e di esaurimento nervoso. Soggiorna per diverse estati, a scopo terapeutico, in numerose località alpine. Eletto senatore nel 1890, si impegna per migliorare l’istruzione del popolo. Nel 1898 viene colpito da un secondo attacco di paralisi. Lascia a malincuore l’insegnamento. Nel 1906 ottiene il premio Nobel per la letteratura. Muore l’8 febbraio 1907 in seguito alla complicanza broncopolmonare di un’influenza, curato dall’allora famosissimo clinico Augusto Murri e circondato dall’affetto dei familiari.
Energico e vigoroso, Carducci era amante della buona tavola e delle allegre brigate. Spesso, però, si rinchiudeva in se stesso, in prolungati periodi di solitudine, malinconico, scontroso e ribelle.

L’ITINERARIO

Casa Carducci
Studio di CarducciA Bologna si trova la casa in cui abitò Giosue Carducci dal 1890 fino alla fine dei suoi giorni. Al piano superiore dell’edificio sono conservate le memorie e l’appartamento del poeta. La libreria comprende circa 40.000 volumi, il ricco epistolario carducciano (oltre 35.000 lettere), 16.000 volumi di letteratura carducciana, autografi e ritratti. Nell’attiguo giardino si trova il grandioso monumento a Carducci in marmo di Carrara compiuto da Luigi Bistolfi nel 1928.

Aula Carducci
All’interno del Palazzo Poggi, sede dell’ Università di Bologna è collocata l’aula Carducci, dove il poeta insegnò per lungo periodo.
“Da me non troppe cose certo avrete imparato, ma io ho voluto ispirar me e innalzar voi sempre a questo concetto: di anteporre sempre nella vita
spogliando i vecchi abiti di una società guasta, l’essere al parere, il dovere al piacere;”
da D. Zanichelli, Giosue Carducci nella scuola

LE OPERE

– Iuvenilia (1857)
– Inno a Satana (1865)
– Levia gravia (1868)
– Odi barbare (1877)
– Nuove odi barbare (1882)
– Terze odi barbare (1889)
– Giambi ed Epodi (1882)
– Rime nuove (1887)
– Rime e ritmi (1899)


Viewing all articles
Browse latest Browse all 4

Latest Images

Trending Articles